Sarà che sono
arrivata ad Hanoi dopo due mesi di Thailandia, che è un trionfo di aspetti
indimenticabili ma che in quanto a storia è terribilmente carente.
Sarà che ho
seguito il consiglio di alloggiare nel Quartiere Vecchio, talmente
caratteristico da vincere a scatola chiusa.
Sarà che è in
questa città che ha avuto inizio il mio mese di quasi vacanza (perché bisognerà
prima o poi sfatare questo mito ignobile del nomade digitale che cazzeggia
tutto il tempo, visto che è ESATTAMENTE il contrario).
E sarà che quando
una città è bella com’è bella Hanoi viene voglia di sedersi da qualche parte e provare a riassumerla per chi ancora non c’è stato, e anche per chi c’è stato e ormai
non se la ricorda più.
Fatto sta che il soft
bed (quanto piace scherzare ai vietnamiti) del treno notturno che da Hanoi mi
porterà a Hue, l’antica capitale del Vietnam, mi sembra perfetto per incrociare
le gambe, succhiare il cappuccio della penna come facevo da bambina e buttare
giù le esperienze che mi hanno fatto innamorare perdutamente di Hanoi.
Quello che segue è
il risultato.
① Seguire il flusso di traffico nel Quartiere
Vecchio
Non provare a resistere
al traffico del Quartiere Vecchio, non provarci nemmeno. Quello che devi fare per assaporare
al meglio il cuore pulsante di Hanoi è esattamente l’opposto.
Lasciati
trasportare dalla corrente.
Questo potrebbe voler dire rinunciare ad attraversare
la strada in quel punto preciso, non svoltare nel vicolo dove c’è quel tempio
così caldamente consigliato dalla Lonely Planet, non rispettare l’itinerario
che avevi faticosamente programmato. Poco male: tanto ti saresti perso
comunque!
Perciò fai un favore a te stesso: ripiega la cartina, seppelliscila
in fondo alla tasca e va dove ti porta il traffico. È così
che troverai i tesori più belli, assolutamente per caso.
Il QV di Hanoi è come la
vita: meno cerchi di prendere il controllo, più gioielli ti regala.
② Sedersi in un ca phè e guardare il mondo
che scorre
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Questo è l'incredibile interno del ca phè dove andavo ogni mattina. Ma lo spettacolo vero è quello che c'è fuori: Hanoi. |
E farlo
possibilmente in mezzo agli hanoiani (ma si dice così?). Questa è una delle
cose che ho fatto più spesso e che mi sono goduta di più.
Per prima cosa il
caffè vietnamita è spettacolare: nero come la pece, forte e penetrante, con
un vago retrogusto caramellato che non si dimentica. E anche qui in Vietnam,
come in Italia, il bar è il luogo privilegiato per osservare il paese. Perciò
siediti sui loro minuscoli sgabelli, ordina un ca phe den nong e goditi
il mondo. Interno, perché osservare i vietnamiti che passano il tempo
tra loro fumando e ridendo di gusto è un’esperienza di per sé. Ed esterno,
perché non passeranno più di tre secondi senza che la mano scivoli istintivamente
alla macchina fotografica per catturare uno sguardo, uno scorcio, un dettaglio.
Tra cui il più affascinante è senza alcun dubbio l’irrealistica fiumana di
motorini delle 17.
③ Fare il giro a piedi del lago Hoan Kiem
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Uno degli alberi parlanti del lago Hoan Kiem. |
Il lago Hoan Kiem
si trova ai margini sud del QV ed è uno dei centri nevralgici della città. Sono
due i momenti migliori per venirci: la mattina presto, quando si riempie di
hanoiani (aridaje) che fanno Tai Chi, o la sera, quando il Ngoc Son
Temple si illumina a giorno spandendo generosi riflessi rossi e verdi
sull’acqua.
Concediti il tempo di passeggiare lentamente lungo la banchina,
osservando le coppiette che si sussurrano segreti sulle panchine, gli anziani che
fanno ginnastica, gli alberi contorti e grandiosi che si inchinano verso il
lago fino a incontrarlo in un gioco di onde e intrecci.
Riuscirà a
infonderti un tale senso di pace che quasi ti scorderai del baccano
infernale del traffico.
E sappi che ho detto una cosa grossa.
④ Bere una Bia Hanoi sulla cima del Café Pho
Co
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In alto a sinistra la scala a chiocciola che conduce alla terrazza del Café Pho Co. |
Per trovare
questo spettacolo di baretto bisogna passare dietro il lato nord del lago Hoan
Kiem, in Dinh Tien Hoang, gettare lo sguardo verso l’alto e non farsi sfuggire
la piccola insegna che campeggia sopra un negozio di magliette tra gli altri.
Passa attraverso il negozio sorridendo alle commesse, arriva sul retro e concediti
qualche secondo per ammirare quello che più che un retrobottega sembra un piccolo
museo. Infine ordina una Bia Hanoi (la birra alla spina, dicono, più
economica del pianeta) e poi sali la scala a chiocciola fino all’ultimo
piano. Il ricambio di clienti è piuttosto veloce per cui non dovrai
attendere troppo prima di riuscire ad aggiudicarti un tavolino sul bordo
della terrazza.
E ora che ci sei
goditi senza fretta la vista del lago e quella del traffico, che visto da
quassù sembra quasi innocuo.
E ho ridetto una cosa grossa.
⑤ Chiacchierare con qualcuno del luogo
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"Hanoi mi ricorda Napoli!" |
Non c’è modo di
migliore di entrare in contatto con un luogo che passare un po’ di tempo con
chi ci vive e magari c’è pure nato. La mia fonte di informazione è Minh, 23
anni, guida turistica per italiani. Quando lo scopro ritengo di essere di
fronte a un evento eccezionale, ma lui mi assicura che sono tante, ad Hanoi, le
guide vietnamite per italiani ed è proprio per questo che lui vorrebbe spostarsi
più a sud. Ma in Vietnam non è possibile lasciare la propria città se la
famiglia non dà il permesso, e non importa che tu sia maggiorenne o no.
Non è l’unica
cosa che imparo da Minh. Vengo a sapere anche che se non si ha molti amici è difficile
trovare lavoro, e questa è una delle due cose che fa assomigliare Hanoi a
Napoli; la seconda, dice, sono i motorini!
Soprattutto, imparo
che di politica non si parla, specialmente in pubblico, e che qui, come
in altri paesi del sud est asiatico, sono le donne a lavorare, mentre gli
uomini giustamente se ne stanno a casa a rilassarsi bevendo vino.
⑥ Conoscere la storia del Vietnam e di Ho
Chi Minh
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L'interno del Museo di Ho Chi Minh. |
Non credo di
essere la sola ad avere sempre associato il Vietnam alla guerra contro gli americani.
La verità è che gli americani sono stati solo l’ennesimo invasore. Prima ci
sono stati i cinesi, i portoghesi, i francesi, i giapponesi, poi di nuovo i
francesi... Tutti sono venuti arrogandosi il diritto di occupare terre non
loro, sfruttando chi ci abitava e dando in cambio sempre meno di quanto
offrivano. La storia del
Vietnam è una lunga storia di invasioni, sfruttamento e sangue, ma anche di
orgoglio, tenacia e rivoluzione.
Il modo migliore per conoscerla è intrufolarsi
nell’ottimo e dettagliatissimo Museo Nazionale, mentre per sapere
qualcosa di più del suo eroe, di colui che fece di un Paese martoriato una
Repubblica indipendente, fai un salto al Museo di Ho Chi Minh nella zona
sud ovest della città. E se puoi visita anche il Mausoleo, evitando di
seguire l’esempio della sottoscritta e tenendo perciò a mente che ottobre e
novembre sono i mesi preposti all’ordinaria manutenzione del corpo,
imbalsamato, del Presidente.
⑦ Osservare il Quartiere Vecchio dal sedile di un cyclo
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Cyclo nelle strade di Hanoi.. |
Il cyclo sta al
Vietnam come il tuk tuk sta alla Thailandia. Dopo il bar, farsi trascinare in
giro sul comodo sedile di una di queste graziose e caratteristiche biciclette è
il modo più divertente per godersi il fascino caotico del cuore di Hanoi. Per
farlo, però, dovrai affrontare un’ardua prova: superare il senso di colpa che ti
assalirà non appena ti renderai conto che mentre tu te ne stai spaparanzato
come un re fuori dal tempo, là dietro c’è qualcuno, magro come un grissino, che
pedala faticosamente.
Se riuscirai a
mettere a tacere la vocina che ti sussurra all’infinito “Sei proprio un essere
umano orrendo”, allora lo spettacolo è assicurato. Farsi scarrozzare lentamente
lungo le strette vie del QV è un’esperienza che non ha paragoni. Molto lentamente, per
la precisione: perderai il conto dei pedoni che ti supereranno!
⑧ Sedersi in uno dei tanti ristoranti sulla
strada e ordinare un Pho
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I tipici seggiolini dei caffé e ristoranti di Hanoi. |
Il Pho è
il piatto tipico di Hanoi e gli hanoiani (ormai ho deciso che si chiamano così)
lo mangiano sempre: per colazione, pranzo, cena e probabilmente pure per dessert.
Se devo essere sincera, questa zuppetta leggera in cui galleggiano in libertà e
abbondanza ciuffi di noodles, cipolla, erbe fresche e, a seconda della versione
che ordinerai, grumi di manzo (pho bo) o pollo (pho ga) non mi
fa esattamente impazzire, ma come non sempre è il film che spinge ad andare al
cinema, così non sempre è il cibo il motivo principale per cui si decide di
sedersi al tavolo di un ristorante.
In questo caso la
ragione è il tavolo stesso, che sembra rubato al giardino di un asilo
d’infanzia. Tavolini minuscoli e graziose sedioline e sgabellini perfettamente
in tema sono la cornice tenerissima che viene concessa per fare
una delle cose più antropologicamente interessanti di Hanoi in assoluto: osservare
il mondo che scorre.
⑨ Visitare il Bach Ma Temple per uno
sguardo fugace alla complessità della religione vietnamita
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Tamburo con simbolo taoista dentro il Bach Ma Temple. |
La religione in
un paese socialista non può che essere qualcosa di intrigantemente complicato
ed extra-ordinario. Tra una minoranza cristiana costretta alla
semiclandestinità e una setta quanto meno originale nata da una seduta
spiritica e con nomi del calibro di Giovanna d’Arco e Victor Hugo tra i propri
santi (leggere due cose sul Caodaismo qui su Wikipedia è un dovere più che un'opzione), la “religione ufficiale” del Vietnam
è la cosiddetta Terza Religione, un mix di Taosimo, Confucianesimo e
Buddismo.
Per avere una prima, vaghissima idea di cosa stiamo parlando fai
un salto al Bach Ma Temple, nel cuore del QV, le cui origini
risalirebbero alla fondazione della città, avvenuta più di 1000 anni or sono.
⑩ Assistere a uno spettacolo di marionette
sull’acqua
 |
L'entrata del teatro. |
Chi l’avrebbe
detto che alla soglia dei 40 anni sarei tornata a vedere le marionette? Che peraltro
non ho mai sopportato nemmeno da piccola?
Con chiunque
parlassi, ovunque leggessi, i commenti erano unanimi: tra le cose più
caratteristiche e divertenti da fare ad Hanoi il Water puppets show
compariva sempre in cima alla classifica. Così non ho resistito e appena
arrivata in città mi sono recata nel teatro vicino al lago e ho comprato un
biglietto per quel pomeriggio stesso. Che dire? Uno spettacolo incredibile, che
affonda (è proprio il caso di dirlo) le sue radici tra i contadini che
lavoravano nei campi di riso sul Delta del Fiume Rosso. L’arte di muovere le
marionette a filo e dentro l’acqua, antica di mille anni e i cui segreti un
tempo venivano tramandati da padre a figlio (le figlie, si sa, c’avevano da
lavorare) richiede almeno 3 anni di pratica e una certa predisposizione a rimanere
immersi a lungo senza morire di reumatismi.
Lo show dura
circa un’ora e consiste in rappresentazioni di vita agreste e leggende
popolari: non solo contadini dediti alle fatiche dei campi e pescatori in cerca
della propria preda, ma unicorni, fenici e draghi che sputano fuoco. Il tutto corredato
dall’accompagnamento di strumenti tradizionali che suonano dal vivo.
Talvolta le
comitive si succhiano in cinque minuti tutti i posti in sala, perciò
compra il biglietto la mattina per la sera e cerca di farti dare un posto in prima fila. Ti
bagnerai un po’ ma lo spettacolo è assicurato.
⑪ Assistere alla laurea dei giovani
vietnamiti al Tempio della Letteratura
 |
Laurea al Tempio della Letteratura. |
Il Tempio della
Letteratura è la più antica università di Hanoi, fondata (ma guarda un po’) 1000
anni fa secondo i principi del confucianesimo: rispetto per la tradizione, la
famiglia e lo stato.
È un luogo piuttosto piacevole in cui passare un
paio d’ore, sempre che si sia fortunati da evitare le mandrie di turisti
vocianti.
La cosa più bella è godersi i festeggiamenti dei laureati,
vestiti elegantissimi, che si prestano a continui sorrisi e pose fotografiche per
la gioia degli stranieri. Che cosa li spinga a farlo per me resta un mistero, se
il giorno della mia laurea si fosse avvicinato un vietnamita per farsi un
selfie con me onestamente non so cosa avrei pensato. Ma ho smesso da un pezzo
di cercare risposte a ciò che è destinato a sfuggirmi e se vuoi
sopravvivere in Oriente è bene che impari anche tu a fare lo stesso. Perciò non
pensare al perché e concentrati sul cosa, godendoti semplicemente
il gruppo di togati con i loro libretti rossi mentre eseguono le curiose
coreografie (ma cos’è quello, ti chiederai a un certo punto, il verso del leone??) che un esagitato animatore
dotato di microfonino indica loro.
⑫ Orientarsi nel Quartiere Vecchio seguendo i mestieri
anziché il nome delle vie
 |
Hang Dong: la via del rame. |
Come la Lonely
Planet meticolosamente riporta, nel XIII secolo 36 categorie di mercanti si stabilirono in quello
che secoli dopo sarebbe diventato il Quartiere Vecchio di Hanoi. Ognuna di esse prese possesso di una strada, il cui nome era composto dalla parola hang
(mercanzia) seguito dalla tipologia del prodotto venduto. Sebbene le merci
non siano più quelle di allora, anche oggi ogni strada è una successione di negozietti
che vendono quasi senza eccezione esattamente le stesse cose: solo vestiti,
solo dolciumi, solo stoffe. Se da un punto di vista commerciale è una delle
strategie più bizzarre che mi sia mai capitato di vedere, diventa una chicca
nel momento in cui si decide di abbandonare il nome delle vie e di
affidarsi alla merce esposta per orientarsi in quel dedalo intricato. Io, ad
esempio, ogni mattina per raggiungere il lago sapevo esattamente dove andare: percorrevo
la via del rame, svoltavo in quella dei farmacisti, proseguivo
nella strada dei dolciumi e dei caffé.
E lì, naturalmente,
prima di proseguire, facevo una pausa per il mio quotidiano ca phe den nong
da sorseggiare acciambellata sul mio seggiolino da bambina.
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